venerdì 12 ottobre 2012

PREMIO NOBEL Ue PER LA MIGLIOR RECESSIONE ECONOMICA


Il premio Nobel per la Pace 2012 è andato all'Unione Europea, con la motivazione: "Il più importante risultato dell'Ue e' l'impegno per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani. Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace". 
A sentirlo sembra una barzelletta, invece è proprio così.
E' un affronto alla dignità umana pensare di conferire un Nobel per la Pace ad un progetto, prima economico e poi politico, che ha come obiettivi: conseguire una delle più grandi operazioni basate sul controllo di massa, annullare il potere sovrano dei singoli Stati per conferirlo nelle mani di organizzazioni sovranazionali non elette da alcun cittadino europeo, imporre il proprio diktat su 500 milioni di persone costrette a subire scelte che  conducono ai limiti della sopravvivenza, al degrado fisico ed intellettuale, fino a casi estremi di suicidio per indebitamento. 
Ormai è risaputo che l'assegnazione dei premi Nobel sia tutta una questione politica, dove a vincerlo non sono sempre i più meritevoli. Ad esempio fu assurda l'assegnazione del premio Nobel per la pace ad Obama "per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli", quando il presidente USA si era appena insediato alla casa bianca, e non aveva fatto ancora nulla per promuovere la pace, anzi mostrandosi successivamente un guerrafondaio come i suoi predecessori.
Tornando all'Ue dobbiamo ammettere che se "in casa nostra" possiamo non aver subito guerre, di certo non abbiamo evitato di esportarle altrove (Gheddafi ringrazia dall'oltretomba) e già questo denoterebbe un requisito inadatto a percepire un Nobel per la pace.