Il problema da combattere oggi è la deflazione e non l'inflazione.
La deflazione si origina da un freno nella spesa di consumatori e aziende, i quali in attesa di ulteriori cali dei prezzi preferiscono attendere e risparmiare, creando una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi i beni e servizi prodotti, finiscono per collocarli (svenderli) a prezzi inferiori.
Così facendo si riducono i ricavi delle imprese che di conseguenza sono obbligate a ridurre gli investimenti e i costi del lavoro, generando disoccupazione (in Italia la disoccupazione si attesta al 12%, mentre la disoccupazione giovanile balza al nuovo record negativo storico del 39,5%).
Il Paese ha un avanzo primario del 2,5% del PIL e nonostante questo dato che sembra incoraggiante il suo debito continua ad aumentare, passando dal 120% al 133% del rapporto debito\pil in due anni. Nell'area euro l'Italia è seconda solo alla Grecia in fatto di rapporto debito-Pil. Ad Atene in ottobre era pari al 169,1%. Tra gli altri debiti pubblici più grandi dell'eurozona figurano il Portogallo (131,3%) e l'Irlanda (125,7%).
Ma quale sarebbe la ricetta per contrastare la deflazione?